Pensiero digitale è per noi applicazione di una forma di pensiero legata non solo agli aspetti tecnologici, ma anche – e soprattutto – culturali. E’ intuito, connessione, andare oltre i confini. Pensiero digitale è intuizione.
Cambia radicalmente il modo in cui penso a persone, lavoro, organizzazioni e collaborazioni.
Prima le persone, poi i processi.
Le persone possono essere ovunque, i processi sono lì.
Questo anche in funzione della radicale trasformazione delle forme di lavoro e occupazione dello “spazio lavoro”.
Più complesso? Forse.
Più sostenibile? Certamente.
Il lavoro si articola in hub, le persone si “rifugiano in hub”, anche i servizi si progettano per hub. Tutto tenuto insieme dal filo corallo dello scopo e degli obiettivi. Le intelligenze singole diventano agglomerati sparsi e collettivi (qui puoi leggere sull’intelligenza collettiva) che si alimentano delle nuove percezioni dei singoli, dei nuovi spazio-tempo di vita vissuti.
Ecco che il pensiero digitale è intuizione. Intuizione derivate dalle osservazioni globali e diffuse dei singoli.
Che vanno oltre lo spazio e il tempo.
In movimento, immediato.
Pensare digitale significa sapere che esiste una tecnologia a servizio della comunicazione e dei servizi, ma anche che è necessario saper scegliere quella più adatta allo scopo. Ed essere capaci di coinvolgere ed includere tutti nel processo di utilizzo della tecnologia. (Qui puoi leggere sull’inclusione)
Alleniamoci a visualizzare il futuro con questo sottofondo musicale: il motore del 2000 – Lucio Dalla.
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